lunedì 5 novembre 2012

MARGARET BOURKE-WHITE (1904-1971)


 
MARGARET BOURKE-WHITE
I suoi primi scatti trattavano temi della grande attualità Americana degli anni '20 (quelli della Depressione) e dell'industria (da bambina il padre la portava speso con lui in acciaieria).
Le sue foto sono sempre state caratterizzate da composizioni geometriche ricche di effetti di luce che davano drammaticità allo scatto: l'occhio di chi osserva la foto vaga sull'intera superficie dello scatto per cercare una propria visione arbitraria.

Fin dall'inizio mostrava la sua grande forza di volontà nel misurare la sua fotografia con temi poco usuali ed impegnativi, soprattutto per una donna degli anni '20. E' stata la prima donna fotografa per il settimanale "Life", ma soprattutto, la prima corrispondente di guerra "donna".
Come Henri Cartier-Bressan, anche lei fu emotivamente e professionalmente coinvolta nel terribile conflitto della Seconda Guerra Mondiale. Era convinta che la fotografia e il fotogiornalismo potessero essere un mezzo di comunicazione potentissimo per la Democrazia; fu testimone dell'invasione dei nazisti nel'41 (unico fotografo straniero e americano), scattò il primo ritratto non ufficiale di Stalin e fotografò nel '43 il violento bombardamento dei caccia americani all'esercito nazista.


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